Terme di Petriolo

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Le terme di Petriolo sono un altro gioiello prezioso che la Toscana tira fuori dal suo scrigno. In questo centro termale inserito nella Val di Merse, potrete godere dei servizi del Petriolo Spa Resort ma anche fare un’esperienza unica a contatto con la natura immergendovi in una delle ‘pozze’ delle terme libere di Petriolo. La sua posizione davvero centrale, vi permetterà di spostarvi poi verso altre mete turistiche come Siena, San Galgano, Chiusdino o Montalcino, giusto per fare qualche esempio. Nella zona sono presenti anche diversi percorsi per gli amanti del trekking, dell’equitazione e del ciclo-turismo.

PETRIOLO : AL CENTRO DELLA TOSCANA DA VISITARE! La posizione di Petriolo ne fa una meta davvero interessante: si trova infatti a metà strada tra Siena e Grosseto da cui dista rispettivamente 30 e 42 Km, circa 30-40 minuti in auto. In un’ora e 20 circa, potete poi raggiungere Firenze o Arezzo. Come si arriva a Petriolo? Se venite da Sud, attraverso la Roma-Civitavecchia-Grosseto proseguendo poi sulla strada statale per Siena. Da Nord, dovete prendere l’A1, uscire a Firenze-Impruneta e proseguire sulla Firenze-Siena. Una volta arrivati nella città del Palio, prendete la strada statale 223 per Grosseto fino al Viadotto del Farma.
In treno la stazione più vicina è quella di Civitella-Paganico, alla quale arriverete attraverso la linea Grosseto –Siena.

RISERVA NATURALE BASSO MERSE. Da un punto di vista naturalistico, le terme di Petriolo si trovano in una zona molto interessante all’interno della Riserva Naturale del fiume Merse. Si tratta di un’area protetta creata nel 1996 - compresa tra Monticiano e Roccastrada - che comprende gli ultimi chilometri del corso del fiume Merse, il tratto finale del fiume Farma e la zona di confluenza tra Merse ed Ombrone. Il paesaggio è tutto un susseguirsi di colline, pianure coltivate a viti ed olivi e, in prossimità della confluenza dei fiumi, rilievi più aspri coperti di boschi di lecci, cerri e carpini. I corsi d’acqua sono palpitanti di vita e la fauna ittica è quanto mai ricca e varia: lasche, cavedani, carpe e perfino granchi di fiume. I boschi sono invece frequentati dagli immancabili cinghiali, caprioli e da puzzole, mentre nel cielo volano alti e maestosi gli sparvieri. Qua è là noterete l’affiorare nel terreno di rocce verde scuro, si tratta della ‘serpentite’, utilizzata nell’architettura romanica per rendere l’effetto bicolore creato dall’alternarsi di questo materiale con il marmo bianco. Ne è un esempio l’eremo di Montespecchio presente all’interno dell’area e precisamente a Murlo. La riserva può essere visitata come più vi aggrada: a piedi per una passeggiata non troppo impegnativa, specialmente se non siete troppo allenati, oppure facendo percorsi di trekking un po’ più impegnativi. Se poi volete una dimensione più lenta, assaporando ritmi d’altri tempi in un contatto profondo con la natura, visitate la zona a cavallo. Sarà un’esperienza indimenticabile! E per gli appassionati delle due ruote non mancano nemmeno i percorsi di ciclo-turismo!

ETRUSCHI E ROMANI NON AVEVANO TORTO! Grandi intenditori di piante officinali e dei poteri terapeutici dell’acqua, anche a Petriolo i primi a scoprirne le potenzialità furono gli Etruschi. I Romani, successivamente, vi costruirono le strutture termali che vengono menzionate in un’orazione di Cicerone ed in un epigramma di Marziale. Agli inizi del ‘400 Petriolo era una piccola stazione termale unica nel suo genere perché era fortificata. Di quelle costruzioni purtroppo oggi sono rimaste solo le mura, quattro vasche coperta da volte a crociera e la chiesetta romanica. Al tempo era frequentata da personaggi di un certo rilievo: i Medici, i Gonzaga ed il Papa senese Pio II. Durante lo scorrere degli anni, le terme hanno seguito alti e bassi fino a trovare un certo equilibrio ed un nuovo interesse, negli ultimi anni, dovuto alla ricerca di un benessere sempre più completo ed integrato.

TERME DI PETRIOLO… LE PIU’ ‘HOT’ DELLA TOSCANA. Vi chiederete perplessi ‘hot… in che senso?’. Nel senso che l’acqua qui è calda, ma proprio calda, anzi, come direbbero da queste parti, ‘halda’. Proveniente da falde che raggiungono una profondità di 300 metri, sgorga ad una temperatura media di 43 gradi. Ma il calore non è certo l’unico pregio di questo dono che la natura ci fa da millenni: è un’acqua classificata tra quelle solfidriche-salso-solfato-bicarbonato -alcalino- terrose-ipertermali. Per dirla un po’ più semplicemente è un’acqua ricca di idrogeno solforato e di altri sali minerali. E’ indicata, a seconda dei trattamenti che si decidono di fare, per la cura di patologie osteo-articolari, muscolo-tendinee, cutanee, respiratorio e flebologiche. E questa è solo la parte puramente terapeutica, perché secondo il moderno concetto di salute, alla base di tutti i servizi di qualsiasi centro termale, le cure fisiche si legano sempre al raggiungimento del benessere psico-fisico. E dunque, come beneficiare al meglio di queste acque? Avete due opzioni ed una non esclude assolutamente l’altra anzi, direi che sono complementari: potete fare cure, trattamenti, uno dei percorsi nello stabilimento alla Petriolo spa o immergervi in una delle varie ‘vasche’ delle terme all’aperto, che oltretutto sono libere, cioè non si paga perché sono gentilmente offerta da madre-natura e possono essere fruite autonomamente. Proprio ganzo vero?

PETRIOLO ED IL RESORT. Si raggiunge dalla statale 223 se venite da Nord, è al km 40, non seguite l’indicazione per Bagni di Petriolo ma proseguite in direzione Grosseto, l’entrata principale del Terme di Petriolo spa resort è sulla destra subito dopo il ponte. Provenendo da Sud, proseguite sulla strada statale 223 ed il resort è circa dopo 1 km, sulla destra prima del ponte. Lo stabilimento, lo vedrete, è immerso nella natura più rigogliosa, alcune delle sale con pareti a vetri, sembrano sospese tra gli alberi del bosco. Ecco, ora che siamo arrivati cosa si fa? Se siete venuti per motivi terapeutici probabilmente avrete già le idee chiare e opterete per una delle cure offerte: fangoterapia con funzione antinfiammatoria, analgesica e di rilassamento muscolare; balneoterapia per migliorare problemi osteoarticolari, per reumatismi e per gli esiti post-trauma. Le inalazioni e l’aerosol saranno invece un vero toccasana. Come in qualsiasi altro moderno centro termale, anche qui vengono offerti una varietà molto ampia di servizi volti ad esaudire esigenze di benessere, forma fisica ed estetica tra le più disparate: massaggi tonificanti, antistress, shiatsu, linfodrenante, trattamenti con acido glicolico e ialuronico, sclero-terapia, mesoterapia.
Molti di voi potrebbero però essere giunti a Petriolo per un day spa, giusto per rilassarsi un po’ dopo le ‘fatiche’ da turista: in questo caso vi consiglio il percorso terme romanae’ che si articola attraverso una serie di piscine e vasche con acqua che va dai 30-32 gradi della prima per salire poi addirittura fino a 41 di quella che, non per niente, si chiama ‘calidarium’. Si prosegue poi con il ‘percorso Kneip’ che alterna acqua calda e fredda, la piscina natatoria con acque di temperatura tra i 23 ed i 27 gradi, per terminare il tutto con una bella sosta nella ‘sudatoria’. E, dulcis in fundo… brrr, la cascata di Ghiaccio. Che ve ne pare, niente male, vero?

PETRIOLO TERME LIBERE. Percorrendo un sentiero a lato del resort, si possono raggiungere, senza troppe difficoltà, una serie di vasche naturali che si trovano sia davanti agli antichi bagni di Petriolo, ormai diroccati, che davanti al più moderno stabilimento. I nomi di queste ‘piscine naturali’ delle terme di Petriolo libere potrebbero inquietarvi ma… tranquilli, a tutto c’è una spiegazione molto meno paurosa di quello che sembra. Iniziamo dalla prima ‘vasca’ che si incontra a destra rispetto alla strada: ‘il pozzo dell’inferno’. Che vi dicevo? Il motivo del nome ha una spiegazione semplicissima: qui la temperatura è veramente elevata, si parla di una media di 42-43 gradi ma c’è chi dice che arrivi fino a 45 gradi. E’ una vasca ‘monoposto’ dove potete immergervi seduti lasciando fuori solo la testa. Un paio di consigli per l’uso: stateci non più di 1-2 minuti altrimenti vi lessate e, prima di entrarci, acclimatatevi in una vasca un po’ meno calda. La ‘conchiglia’ raggiunge una temperatura di 40 gradi, quindi anche in questo caso vi conviene acclimatarvi prima in altra vasche, può ospitare fino a 2-3 persone. La ‘bara’ o ‘ tomba’, anche in questo caso non lasciatevi intimorire, si chiama così perché ci si può stare anche completamente sdraiati, mentre da seduti ci si entra anche in 3 o 4. E’ una vasca ad alta sedimentazione quindi vi ci potete fare anche i fanghi. Il ‘fagiolo’ ha una sorta di divisoria sott’acqua che forse un tempo serviva a deviare il fiume. La vasca più grande, detta anche ‘fossa’ (‘riborda’ con i nomi nefasti!) è di solito la più affollata: ha una temperatura di 30-35° quindi ci si può stare a lungo senza troppi problemi. Infine, vicino al letto del fiume, ricavata proprio separando l’acqua termale attraverso un muretto di pietre che viene divelto ad ogni piena, si trova la ‘piscina’, divisa in zone con temperature diverse: a monte è più calda per raffreddarsi man mano che si avvicina al fiume Farma dove si mescola con l’acqua più fresca.
Sempre lungo il torrente Farma, a circa 800 metri dalle terme, c’è un altro prodotto interessante che i fenomeni termali hanno creato in questa zona: ‘il fungo’: è una formazione in travertino al cui apice zampilla l’acqua che, essendo ricca di calcare, ne cambia continuamente la forma. Insomma, non è detto che il ‘fungo di Petriolo’ rimanga sempre tale! In che periodo visitare i bagni all’aperto? Nella bella stagione, ovviamente, sono più affollate quindi d’inverno, seppur con qualche disagio, godrete sicuramente di un’atmosfera più intima.

PETRIOLO DINTORNI. Oltre alle terme e ai bagni di Petriolo e alle bellezze naturalistiche della valle di Merse, la zona in cui si trova Petriolo offre interessanti itinerari alla scoperta di piccoli borghi, pievi e castelli. A soli 27 Km, percorrendo la strada statale in direzione di Massa Marittima, troverete a Chiusdino l’ormai celeberrima Abbazia di San Galgano dove, nel vicino eremo di Montesiepi, potrete vedere la leggendaria spada nella roccia.
Un altro borgo da visitare a soli 11 km da Petriolo Siena è San Lorenzo a Merse: nella parte più alta del paese oggi sono ancora visibili i resti di un antico castello del 1200. Del Fortilizio sono rimasti una porta d’accesso ed il residuo di un grande muro oltre ad uno stemma dei Marescotti: un’aquila bianca ad ali spiegate. In paese visitate anche la Pieve di San Lorenzo del XI secolo e che ha dato il nome al borgo e vicino la Chiesa della Compagnia della Misericordia. Tramite la strada provinciale delle Pinete e poi quella comunale, si raggiunge Castello di Tocchi, anche questo un incantevole borgo medievale adagiato su una collina a 330 metri sul livello del mare. Stupendo il panorama sotto di voi fatto di boschi e colline a perdita d’occhio. Il Castello è stato completamente ristrutturato ed è diventato un paese-albergo dove potrebbe davvero essere suggestivo soggiornare. Monticiano, comune di cui fa parte Petriolo, si trova a 21 km da quest’ultimo ed il centro più grande della zona. Oltre al panorama che vedrete anche in questo caso dalla parte più alta del paese, non perdetevi la Chiesa di Sant’Agostino e la Pieve dei Santi Giusto e Clemente, entrambe del XII secolo. Anche Civitella Marittima e Paganico - a 13 km da Petriolo sulla provinciale per Grosseto - unite in uno stesso Comune, hanno un patrimonio artistico veramente degno di nota! Murlo, proseguendo sulla statale e poi sulla provinciale a mezz’ora da Petriolo, è un piccolissimo borgo medievale con il classico castello: qui potrete visitare anche il Museo Etrusco e documentarvi sugli antichi abitanti della zona.

Visitando questi borghi vi imbatterete in numerose trattorie e ristorantini: entrate, assaggiate, provate quello che vi viene consigliato. La cucina toscana è semplice, gustosa, sincera. Non abbiate fretta: sedetevi, mettete via il telefono e gustatevi un buon piatto in tutta calma. Cosa si mangia da queste parti? Cacciagione, formaggi come il raveggiolo ed il pecorino e ricette impreziosite dal tartufo bianco, il tutto ovviamente accompagnato da buon vino. Visto che se siete da queste parti alla salute ci tenete, mangiatevi anche una bella mela che, come si sa, fa sempre bene: ma non una qualunque! Una bella ‘mela casolana’, piccola e saporita che è tipica proprio di queste zone. Ne ha parlato perfino Boccaccio in un sua novella quindi un morso glielo dovete dare per forza!

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