Eremo di Calomini

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In Toscana non abbiamo solo la spada nella roccia, ma abbiamo anche ‘l’eremo nella roccia’: si trova a Calomini in Garfagnana ed è letteralmente scavato nella montagna. Al pari di quelle che trattengono l’antica spada, anche le rocce che racchiudono il Monastero, sono testimoni di antiche leggende che mescolano fede, superstizione ed un pizzico di mistero. D’altra parte si sa, la Garfagnana, è una delle aeree più misteriose della Toscana: si va dagli spiritelli come il Linchetto ed il Bufardello fino agli alieni che sarebbero atterrati a Gallicano. L’Eremo di Calomini di Vergemoli è un monastero antichissimo sorto in uno splendido contesto naturale, dove il tempo non ha minimamente alterato la pace ed il silenzio che lo contraddistinguono. I pellegrini lo hanno visitato da secoli come luogo di fede e di preghiera ma, se i vostri orientamenti spirituali sono diversi, inseritelo lo stesso nel vostro itinerario. La bellezza di questo antico eremo e della natura che lo circonda vi regaleranno comunque delle belle sensazioni.

COME ARRIVARE ALL’EREMO DI CALOMINI (LUCCA). L’eremo di Calomini si trova in Garfagnana, la verde valle della Toscana settentrionale compresa tra le Alpi Apuane e l’Appennino Tosco-Emiliano. L’Eremo si trova a Vergemoli (Lucca) nel comune di Gallicano vicino ad altre mete molto interessanti come la bellissima Lucca (41 km), Barga  (10 km) e le sue grotte, il delizioso borgo di Coreglia Antelminelli (18 km) e Bagni di Lucca (22 km). Come si arriva all’Eremo? Da Lucca si percorre la SS 12 del Brennero in direzione Borgo a Mozzano, dopo di che ci si immette sulla SP 2 Lodovica per poi proseguire sulla strada statale SS 20 fino a Gallicano. Qui si imbocca la strada che porta anche alla Grotta del Vento, si prosegue oltre il bivio che porta a Verni e Trassilico e si giunge, dopo circa 450 metri, alla stretta stradina che porta direttamente al piazzale dell’eremo. Se siete appassionati di trekking saprete, ovviamente, che nell’area dell’Eremo di Calomini in Garfagnana, ci sono diversi percorsi da fare a piedi: uno di questi è sicuramente quello che parte da Gallicano, si tratta di circa 6 km che si percorrono in un paio d’ore. Ci sono anche itinerari in mountain-bike come quello che si snoda per 27 km e che facendo una sorta di anello, parte dal paese di Calomini, passa dalla Grotta del Vento, dalle pendici della Pania Secca, da Vergemoli e prima di tornare al punto di partenza arriva proprio fino all’Eremo. Per i più pigri c’è anche una camminata di mezz’ora: basta percorrere il nuovo sentiero che dal paese di Calomini porta al Santuario. Meno di così non si puo’!

DUE LEGGENDE: UN SOLO SANTUARIO. Cosa si presenta ai vostri occhi una volta arrivati? Una chiesa, che per metà è scavata nella roccia su una parete con uno strapiombo di ben 70 metri! Il complesso è letteralmente incastrato nella roccia ed è uno splendido esempio di architettura rupestre. Viene subito da chiedersi perché costruire un eremo in un luogo tanto impervio. A dire il vero, gli eremiti hanno sempre cercato luoghi circondati da una splendida natura incontaminata e selvaggia ma comunque isolati. Altrimenti che eremiti sono? In questo caso però, sono le leggende legate alla nascita del Santuario a fornirci alcune indicazioni sulla scelta del luogo. Sto parlando di leggende, al plurale, perché ci sono due versioni. Ve le racconto tutte e due, poi scegliete voi quella che vi piace di più! Secondo uno dei due racconti che si tramandano dall’anno mille, una donna sarebbe caduta dallo strapiombo e, mentre precipitava, avrebbe invocato l’aiuto della Madonna. Giunta al suolo, grazie all’intervento divino, si sarebbe rialzata come se niente fosse; nel punto della disgrazia sventata sarebbe nato un luogo di culto dedicato, appunto, alla cosiddetta Madonna della Non pe. L’altra leggenda ci racconta, invece, la storia di una pastorella: arrampicandosi sulla montagna avrebbe trovato la statua della Vergine dei Martiri, proprio dove ancora adesso zampilla una freschissima fonte d’acqua. La gente pensò bene di trovare un luogo più consono al cimelio e fu deciso di portare l’effige a Gallicano. Inspiegabilmente, nemmeno 24 ore dopo, la statua scomparve da Gallicano e riapparve esattamente dove l’aveva trovata la pastorella. A quel punto se ne dedusse che la Madonna voleva che la statua stesse proprio lì e da nessun’altra parte. Il luogo divenne meta di pellegrinaggi ed il resto è storia.

EREMO DI CALOMINI STORIA. Dunque, nel luogo dove fu trovata la statua in legno di salice o da dove cadde la donna, a partire dal XII sec. alcuni decisero di vivere nelle grotte che si trovavano nell’area. Si sa che intorno al XII sec. sul posto si trovava un piccolo romitorio , cioè una struttura dove vivevano uno o più eremiti. C’era anche una piccola chiesetta dedicata a ‘Sancta Maria ad Martyres’. Fra il 1300 ed il 1600 la custodia della celletta passò a diversi laici che si susseguirono nel compito di prendersi cura del luogo tanto caro ai devoti. I pellegrini arrivavano, infatti, sempre più numerosi e spesso lo facevano percorrendo il cammino scalzi. Fra il 1631 ed il 1690 la gente del luogo decise di autotassarsi per rendere ancora più maestosa l’antica chiesa. Intorno al ‘700 fu aggiunto il colonnato su due livelli, fu allargata la grotta così da ampliare anche la Chiesa stessa e ne fu sistemato il pavimento. Sempre in quegli anni furono aggiunti l’altare della Madonna (1718), quello di San Biagio (1734) ed infine quello di San Giuseppe (1743). Nel 1810 a causa delle leggi napoleoniche, come avvenne per tutti gli altri istituti religiosi, anche a Calomini furono confiscati tutti i beni. Dopo la fine della ‘confisca’ Napoleonica la struttura fu curata dagli eremiti, almeno fino al 1868, dopo di che se la presero in carico i parroci dei paesi vicini. Nel 1941 l’Eremo di Calomini venne affidato ai Frati Cappuccini ai quali restò fino al 2011 quando passò definitivamente alla congregazione dei ‘Discepoli dell’Annunciazione’.

VISITARE L’EREMO DI CALOMINI. L’eremo di Calomini può essere visitato tutto l’anno ma gli orari d’apertura sono diversi. D’inverno, infatti, potrete entrare solo la domenica e nei giorni festivi e, comunque, è consigliato dare un colpo di telefono prima di arrivare fin lassù! D’estate invece non ci sono problemi e le strutture del monastero sono aperte tutti i giorni. All’Eremo di Calomini, per gli orari della Messa, vale la stessa regola: sono più frequenti nei mesi di maggiore affluenza. In particolare a maggio, il mese dedicato alla Madonna, periodo in cui l’eremo viene maggiormente raggiunto da pellegrini e fedeli. In questo luogo, inoltre, si può ricevere ‘l’Indulgenza Plenaria’ che fu concessa da Papa Pio VII. Per chi ultimamente non ha ripassato il Catechismo, l’indulgenza permette di cancellare le conseguenze del peccato ma prima, oltre ad essersi sinceramente pentiti, bisogna confessarsi, fare la comunione e dire una serie di preghiere. Ovviamente, si può anche visitare l’Eremo da semplici turisti, godendosi il panorama e la bellezza degli edifici.

  • Chiesa. E’ letteralmente scavata nella roccia che è ben visibile nel presbiterio e nella sagrestia. Sebbene il nucleo originario risalga al medioevo la Chiesa appare, grazie al massiccio impiego di stucchi, fondamentalmente settecentesca. Il grande portale è caratterizzato da sei formelle, due più grandi che raffigurano i quattro evangelisti e due più piccole per i Cherubini. L’altare maggiore ed il tabernacolo sono di marmo bianco, giallo e rosso. Siamo praticamente sulle Apuane, il marmo ce l’avevano proprio a portata di mano! Gli altari laterali, essendo per così dire meno al centro dell’attenzione, alternano il marmo con la pietra locale. I confessionali ed il pulpito sono in legno e risalgono al XVIII secolo. Sempre di legno, in questo caso di noce intagliato, sono i cori che si trovano dietro l’altare maggiore. All’interno della chiesa ci sono anche alcuni dipinti che ritraggono la Vergine, alcuni Santi e la Sacra Famiglia. Sulle volte del presbiterio sono presenti alcune raffigurazioni degli episodi biblici ed alcune iscrizioni lasciate dai personaggi che si sono avvicendati nei lavori alla chiesa. Infine l’effige della Vergine dei Martiri è posta dietro il presbiterio in un’apposita nicchia ricavata nella roccia.
  • Sagrestia. Vi si accede dalla chiesa e, con il soffitto in pietra, è un luogo silenzioso e suggestivo, decisamente più raccolto della chiesa. Come l’antica cappella ricavata nella roccia e detta ‘la Grotta’, anche la sagrestia risale al nucleo originario che fu eretto verso l’anno 1000. All’interno vi si trovano bellissimi mobili in legno di noce e castagno che risalgono al ‘600 e che, nello stile dell’epoca, sono finemente intarsiati e decorati.

L’eremo comprende anche le cellette usate in antichità dagli eremiti ed alcuni locali comuni come la cucina ed il refettorio ma questi, purtroppo, non sempre sono visitabili. L’accesso al piazzale dal quale si gode un fantastico panorama è, invece, sempre accessibile. Da una parte avrete la vallata che si apre sotto di voi, dall’altra le rocce che, inutile negarlo, sembrano incombere un po’ minacciose. Una volta nutrito lo spirito se anche la ‘pancia’ volesse la sua parte non dovete preoccuparvi: in Garfagnana non vi mancherà certo l’occasione di assaggiare alcune delle vere e proprie prelibatezze. Quali sono? Nella stagione giusta funghi e castagne poi il farro, il miele, il pane di patate ed il famoso ‘biroldo della Garfagnana’, un gustoso insaccato di carne di maiale.

Che abbiate scelto la Garfagnana come meta del vostro viaggio, la città di Lucca o magari anche la Versilia, vi consigliamo di fare un’escursione all’Eremo di Calomini. Sarà una piacevole e rilassante fuga dallo stress e dal caos che, purtroppo, accomuna un po’ la vita di tutti noi. Beati voi, se non è il caso vostro. Siamo sicuri, però, che la maggior parte non disdegnerà l’idea di passare qualche ora in un luogo dove regnano il silenzio e la pace. E guai a voi se sento suonare un cellulare o sento arrivare una sola notifica di Whatsapp! Guardatevi intorno, guardate il cielo, la vallata e le rocce a strapiombo ma lasciate stare gli aggeggi elettronici… gli eremiti di Calomini mica avevano lo smarthphone, eppure vivevano qui in tutta serenità, felici come pasque. Provateci anche voi almeno per un pochino, chissà che alla fine non possa anche piacervi. Magari, presi dall’impeto mistico, getterete il telefono giù nella scarpata! Sto esagerando, vero? Forse sì… ma voi provateci comunque a staccare la spina.

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