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'Tuttomondo', il grande murales di Keith Haring a Pisa
Opere e luoghi poco noti
'Tuttomondo', il grande murales di Keith Haring a Pisa
Pisa, la città famosa in tutto il mondo per la sua Torre Pendente, ospita l’ultimo murales realizzato dallo street artist statunitense Keith Haring prima della sua morte avvenuta nel 1990: ‘Tuttomondo’.
L’opera, un inno alla vita ed alla pace nel mondo, nasce dall’incontro tra l’artista ed uno studente italiano a New York che lo invita a visitare la sua città natale, Pisa. Keith resta profondamente colpito dalla vivacità del luogo ma soprattutto dai colori pastello del Quartiere di Sant’Antonio, tanto da voler realizzare un incredibile murale che sarebbe diventato il simbolo della rinascita di Pisa negli anni Novanta.
Alla domanda ‘Qual è il titolo del dipinto?’ Haring rispose: ‘Domanda difficile, io non do mai un titolo a niente… Nemmeno questo dipinto ne ha uno, ma se dovesse averlo sarebbe qualcosa come… Tuttomondo!’. E così ‘Tuttomondo’ è ancora visibile, pronto a comunicarci la voglia d’amore e di collaborazione tra tutti gli uomini di buona volontà.
‘Tuttomondo’, dipinto sulla parete esterna del Convento di Sant’Antonio abate, ha una superficie di 180 mq ed è composto da 30 figure colorate, unite tra loro: ogni personaggio, in particolare posa simbolica, balla al ritmo di una danza africana ed esprime un messaggio di pace:
- gli animali antropomorfizzati simboleggiano la cura dell’uomo per la natura
- le tre etnie del mondo, una dentro l’altra con in mano un cuore, rappresentano la lotta contro il razzismo
- l’uomo che forma il simbolo dell’infinito con il proprio corpo, è la metafora dell’interminabile ciclo della vita
- la croce pisana, simbolo della città, rappresentata dalle quattre figure unite al centro del murale
- la donna col bimbo in braccio, segno della maternità
- la televisione, apertura verso il mondo
- l’uomo-scala, simbolo di ambizione
- la mano con cinque uomini simboleggia il lavoro umano
Nella sua purtroppo breve carriera, Haring ha saputo creare un nuovo modo di intendere l’arte, utilizzando figure graficamente molto semplici ma in grado di dialogare con un linguaggio accessibile a tutti con estrema facilità. I suoi coloratissimi omini sono diventati un’icona del nostro tempo. Nel 2010 Pisa ha ricordato l’artista a 20 anni dalla sua prematura scomparsa con un evento celebrativo dinnanzi alla sua ultima opera.
Curiosità. Keith Haring ha dipinto anche sé stesso: è l’uomo giallo, in basso al centro, che una volta terminato il lavoro esce di scena, allontanandosi dal murale.
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