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La storia dei brigidini di Lamporecchio.
I brigidini….che bontà, chi non li conosce? Il loro profumo dolce pervade l’aria di qualsiasi fiera o sagra di paese. Danno subito l’idea della festa, di un goloso ritorno ai sapori dell’infanzia. Sicuramente molti di voi li avranno assaggiati almeno una volta! Se così non fosse dovete sapere che i brigidini sono cialde croccanti e friabili, hanno un diametro di circa 7 cm ed un colore giallo dorato. Gli ingredienti principali sono zucchero uova e farina ma il loro sapore inconfondibile è dato dall'aroma dell’anice, il vero marchio di fabbrica di questa leccornia che l'Artusi definiva come ‘un dolce o meglio un trastullo speciale della Toscana’.
Adesso si producono con apposite macchine a stantuffo che sfornano un brigidino dopo l’altro sotto gli occhi incuriositi di grandi e piccini. Sapete però che questo sfizioso dolce nasce addirittura nel XVI secolo? La sua creazione ed anche il suo nome si deve alle monache di un convento di Lamporecchio nella zona del Montalbano. Le brigidine, così si chiamavano le suore dedite a Santa Brigida, si occupavano della produzione delle ostie per la comunione. Non si sa bene se di proposito, per caso o per errore ma un giorno aggiunsero ai tradizionali ingredienti delle particole quelli tipici del brigidino. Allora non c’erano le macchine a stantuffo e si faceva tutto a mano. Le palline con l’impasto venivano pressate dalle ‘schiacce’: stampi in ferro che venivano premuti l’uno contro l’altro per poi essere passati sul fuoco. Ecco come sono nati i brigidini che da Lamporecchio, il loro paese d’origine in provincia di Pistoia, che nei loro caratteristici sacchetti stretti e lunghi sono avventurati i per tutto il mondo!
Siete curiosi di scoprire tante altre golosità tipiche delle antiche tradizioni toscane? Avventuratevi in uno dei nostri tour enogastromici e sicuramente avrete la possibilità di assaggiare tante bontà dolce e salate annaffiate da ottimo vino!
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