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‘Alla lunga' e ‘a vuoto', le curiose origini del Palio di Siena
Tradizioni popolari‘Alla lunga' e ‘a vuoto', le curiose origini del Palio di Siena
Del Palio senese si hanno notizie fin dal 1200 quando, i Signori e i notabili senesi e sono solo, si giocavano nobiltà e prestigio facendo correre il loro miglior cavallo in onore di San Bonifazio prima durante le feste e le celebrazioni religiose poi.
Pur trattandosi di un gioco, le sfide erano di fondamentale importanza e talvolta decidevano anche destini politici ed alleanze. All'epoca si correva il ‘Palio alla lunga' ovvero lungo le strade, contrariamente al ‘Palio alla tonda' che si svolge attualmente con i cavalli che girano intorno alla piazza.
‘Solo' nel 1310 la Città di Siena inserì il Palio nel suo statuto, si fece carico di istituzionalizzare le regole, chiamò “Deputati della Festa” gli organizzatori e responsabili della corsa, decretò la giornata della Assunzione (15 agosto) come data di svolgimento della competizione principale.
Il Palio alla lunga, inizialmente, aveva i cavalli montati da fantini che vestivano livree e colori della casata rappresentata; successivamente, e fu poi questa la sua modalità più vera, diventò una ‘corsa a vuoto', ovvero una competizione fra cavalli ‘scossi' e sollecitati ma senza il fantino che gareggiavano fra loro correndo all'impazzata nel percorso cittadino, esibendo il pennacchio ed i fregi con i colori del proprio Signore che, se vinceva, riceveva in dono il Palio, un grande drappo di stoffa preziosa adornato di pelli di vaio.
Il ‘Palio alla lunga' a Siena assunse presto una posizione assolutamente centrale nella vita della città e si svolse sempre, persino nel 1348 e nel 1349 quando Siena era stravolta dalla peste nera. Fermare il Palio? Mai!
Insomma, il Palio di Siena era ‘alla lunga' e si correva ‘a vuoto' ma c'era una terza differenza fondamentale: il cavallo. Il cavallo che correva il Palio, fin dal XIII secolo, era il ‘barbero', una razza importata dai romani e proveniente dall'Africa del Nord. Nel 1592 un editto diceva addirittura ‘Che non possi correre alcuno se non con cavallo che sia barbero vero'. In passato infatti, al Palio aveva corso un po' di tutto. Le ‘cronache equine' raccontano di stupendi esemplari partecipanti al Palio dell'Assunta del 1494, quando i Gonzaga di Mantova schierarono il sauro ‘Turco da Siena' contro i due campioni di Lorenzo il Magnifico, ‘l'Armellino' ed il ‘Guerzo'.
E qui avete capito che il Palio non era per forza una cosa tutta senese! Nei decenni successivi ricominciarono a correre tutte le razze, ma il problema rimase sentito tanto che, nel 1793, fu inibito il Palio per il ‘cavallo inglese' ed il ‘cavallo berbero purosangue arabo'.
Il Palio ‘alla lunga' fu sospeso nel 1861 e, per applicazione dell'ordinanza del Comune di Siena, abolito il 3 agosto 1874, soppiantato dalla maggior popolarità avuto da quello ‘alla tonda' che si correva nella Piazza, divisi per contrade.
Il Palio alla tonda era stato ufficialmente ‘istituito' l'11 luglio 1605 con lettera di Fortunio Martini e Gismondo Santi, Deputati della Festa di quell'anno, inviata a Lorenzo Usimbardi, primo segretario granducale. Nella lettera si spiegava il perché quello ‘tondo' dovesse essere migliore di quello ‘alla lunga'. La corsa ‘in tondo' era interamente visibile, quella ‘alla lunga' solo a tratti, “….considerandosi che la carriera ordinaria in un punto sparisce altrui dagli occhi e si scorge con fugacissimo trattenimento a parte per parte…”. Inoltre, tutta la gente radunata in Piazza, garantiva maggior controllo dell'ordine pubblico per tutte le zuffe che, accade anche oggi, coronavano la storia di questa grandissima tradizione di Toscana: il Palio di Siena.
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